Le classiche del nord

In ammiraglia il giorno prima del giro delle Fiandre edizione 2021 percorriamo in ricognizione gli ultimi 70 km del percorso.

La strada è bella larga, l’asfalto è liscio, una serie di colline regolari la rende ideale per la pratica del ciclismo.

SCORDATEVELO! in Belgio non si continua su quella strada, si gira a novanta gradi e ci si immette su un sentiero in cui l’ammiraglia passa per poco, in cui l’asfalto cede il posto ad un pavè dissestato e in cui le pendenze diventano immediatamente a due cifre.

In quel momento mi rendo conto come in Belgio il ciclismo non è solo pedalare, immagino la tensione e le strategie che i miei ragazzi dovranno attuare domani per entrare in quel settore davanti, immagino le spallate, i passaggi sull’erba, i rischi che dovranno prendere e la fatica psicologica che si somma a quella fisica in una gara di più di 250 km con un percorso del genere.

Quest’anno nel nostro team abbiamo la fortuna di avere parecchi corridori di origine belga, Greg, Gyis, Stan, Oli e Lawrence. 

Sono atleti famosi e guerrieri gentili, con un fisico possente, ma mai con un atteggiamento da “prime donne”. Va sempre tutto bene, sia con noi dello staff medico che con il resto del team.

 Sono concentrati ma mai scortesi, c’è sempre una pacca sulle spalle per tutti. Sembra quasi ci sia più tensione nello Staff che non negli atleti.

Mi rendo conto del perché in queste terre fredde ed umide, in teoria non adatte per andare in bici invece il ciclismo sia lo sport nazionale, semplicemente perché qui la bici non serve solo per pedalare, ma è anche scuola di vita ed educazione.

W il Belgio ed i Belgi,

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